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Coltello a serramanico lungo 34 cm (quanto l'avambraccio) realizzato ad Oristano nel 1882 (come si evince dalla scritta sul festone di costa)

 modello denominato a foggia antica, per il fatto che tale forma di lama non è assimilabile alla più moderna forma a foglia che caratterizza il coltello di Pattada (Resolza) nata nella forma attuale negli anni '30 del 1900.

Manico in un sol pezzo di corno di montone con scultura a capitello e mascherone (nella visione dorsale posteriore),

doppio collarino in ottone con incisioni 

l'esecuzione a collarino e non a testine è tipica delle produzioni Sarde, ancora oggi questa è caratteristica imprescindibile e identificativa del coltello Sardo.

Lame identiche a questa si vedono negli affreschi raffiguranti un banchetto dell'antico castello Malaspina a Bosa, datati 1200, e in altri reperti pittorici in tutta la Sardegna.

 

La forma tradizionale Sarda denominata anche "Gonnesa o Arburesa;

a questo proposito si vedano i coltelli oggi prodotti dalla coltelleria "L'Arburesa" dei F.lli Pusceddu di Arbus, i quali, sebbene in forma meno elaborata ripercorrono le stesse linee stilistiche.

Questo Coltello:

Coltello di enorme valore storico, posizionato esattamente nel tempo (1882) e nella località geografica (Oristano), traccia la linea guida per i canoni stilistici e formali dell'epoca.

Pietra di paragone per numerosi coltelli di questo tipo, assume il ruolo di comparatore delle forme e delle qualità,

Storia:

Lo si ritiene un dono al notaio di quella città, per aver interceduto a favore di un povero contadino che pur per legittima difesa, avendo egli causato la morte del suo vicino di terreno in uno scontro feroce, si sarebbe visto da li a poco privato della propia libertà per lungo tempo.

Fece realizzare questo bellissimo coltello, da un artigiano che non è rimasto nella storia (se non per questo pezzo).

glielo consegnò senza affilatura e il notaio lo custodì, quale il gioiello che era, senza MAI USARLO, e così è rimasto dopo 130 anni.

Fior di conio

"Fior di conio" chiamiamo questo coltello, così come chiamano in numismatica le monete intonse, mai usate.

 

 L'enorme rispetto per questo coltello e per il suo valore, gli hanno permesso di attraversare i tempo senza venire offeso dall'uso, anche negli inevitabili cambi di proprietà.

oggi non ci sogneremmo mai di usarlo, ma in passato il valore di questi oggetti era secondario per la gran scarsità di strumenti taglienti.